Riletture: Mingus nel ricordo della moglie Sue Graham
Storia d’amore e di jazz
Dal primo incontro al “Five Spot” di Manhattan fino alla terribile malattia (la sclerosi laterale amiotrofica) che causò la morte del grande musicista non ancora cinquantasettenne
Sue Graham è stata l’ultima moglie di Charlie Mingus, ma non solo. È stata la persona che più di ogni altra gli è stata accanto negli ultimi anni della sua vita. E alla sua scomparsa ha continuato a mantenere vivo il ricordo, con l’orchestra Mingus Dynasty, ma anche con il Charles Mingus Institute, di uno dei maggiori compositori e strumentisti che ha avuto il jazz nella seconda parte del Novecento.
Nel 2004, venticinque anni dopo la morte di Mingus avvenuta in Messico, Sue Graham ha pubblicato un libro di ricordi uscito anche in Italia per le edizioni Baldini Castoldi Dalai (Tonight at Noon. Una indimenticabile storia d’amore e di jazz), in cui la figura di quel grande musicista appare in una luce inedita, diversa da come lui stesso l’aveva raccontata nella sua autobiografia Peggio di un bastardo, pubblicata in Italia nel 1979 nella magistrale traduzione di Stefano Torossi.
Sue – una giovane donna americana del mid-west, che con il primo marito aveva vissuto lungamente a Roma dove erano nati i suoi due figli – incontrò Mingus a New York. Ecco il suo racconto: «Una sera di luglio 1964 poco prima di mezzanotte al Five Spot, un jazz club in lower Manhattan. Guardandomi intorno qualcuno mi indicò un uomo a un tavolo in fondo, e disse che quello era Mingus. Mangiava da solo in un grande tavolo. Mi piacque all’istante. Mi piacque quel suo starsene da solo in mezzo alla confusione del locale».
Un vero colpo di fulmine e in poco più di 300 pagine Sue racconta tutto ciò che è successo nella sua vita e in quella di Charles nei successivi quindici anni. Una storia “d’amore e di jazz”, forse più d’amore che di jazz, anche se la musica è sempre presente in ogni parola, in ogni frase, in ogni pagina di questo libro, forse fra i più belli tra quelli dedicati al jazz. Ma è l’amore di una donna innamorata del suo uomo che emerge soprattutto nella seconda parte, quando nel 1978 Mingus viene colpito dai primi sintomi di quella terribile malattia che è la sclerosi laterale amiotrofica, che dopo un anno esatto di indicibili sofferenze lo avrebbe condotto alla morte. Il racconto quasi giornaliero del calvario a cui Mingus, ma anche Sue e i loro amici furono sottoposti, è molto drammatico.
Sono gli ultimi mesi della vita di Mingus quelli più terribili, quando su suggerimento di Gerry Mulligan, Sue e Charles partirono per il Messico dove, secondo Mulligan, viveva una straordinaria “guaritrice”, una certa Pachita che abitava in una bidonville nel quartiere settentrionale di Città del Messico. Naturalmente questa persona si rivelò una fattucchiera della peggior specie che soggiogò Charles Mingus e sua moglie Sue, fino a quando a Cuernavaca, dove su suggerimento di Pachita si erano trasferiti, Charles Mingus morì la sera del 5 gennaio 1979. Non aveva ancora 57 anni.