Sergio Buttiglieri
A San Gimignano

Teatro al bar

Grande successo per il festival di teatro/danza “Orizzonti Verticali” diretto da Tuccio Guicciardini: gli eventi hanno invaso tutti i luoghi dell'antico borgo

Il Festival teatrale “Orizzonti Verticali” ideato da Tuccio Guicciardini, che da ormai dodici anni si svolge nel mitico borgo toscano di San Gimignano, ci ha affascinato anche questa volta grazie proprio al coinvolgimento inaspettato del pubblico turistico che percorre questo luogo colmo di preziose bellezze antiche come il museo archeologico che contiene, fra l’altro, l’Hinthial, una raffinatissima scultura del III secolo a.C. che sembra l’anteprima delle opere novecentesche di Giacometti.

Il primo lavoro che ho avuto il piacere di vedere è Vis à vis della compagnia Egribianco, interpreti i bravissimi Gianna Bassan e Vittorio Criniti (qui accanto nella foto di Andrea Macchia), con la coreografia di Raphael Bianco. È un lavoro urbano che si svolge per strada. Io l’ho potuto assaporare seduto a un bar del centro assieme ad altri avventori, ignari di quello che stava per accadere.

I due performer, seduti anch’essi a uno dei tavoli del bar, a un certo punto cominciano a litigare gettandosi l’acqua addosso e spingendosi nervosamente con la completa sorpresa del pubblico seduto a fianco. Poi i due si alzano e fanno “levitare” una sorta di danza che miscela affetto e respingimenti accompagnati da una piacevole musica di Astor Piazzolla. La loro danza per strada coinvolge anche i turisti ignari che transitano davanti a questo bar. Che cercano di scansarli, stupiti e divertiti di questo inconsueto spettacolo.

Il teatro e la danza, hanno questa rara capacità di coinvolgere in diretta il pubblico rendendolo partecipe dei contrastati sentimenti messi in scena dagli  attori che alla fine ricevono ripetuti applausi da noi spettatori, in parte consapevoli di ciò che sarebbe avvenuto, in parte coinvolti all’improvviso da questo piacevole Festival che in varie parti della giornata ci ha riservato grandi emozioni come quella avvenuta nel pomeriggio in un luogo sotterraneo che in passato fu utilizzato come rifugio durante la seconda guerra mondiale.

Stiamo parlando di Entanglement, il lavoro coreografico del Duo Zakuro, vincitore del Premio Twaindirezioni Altre 2021. Altro affiatatissimo gruppo teatrale che nella semioscurità ha danzato facendoci partecipi dell’indagine di Jennifer Rosati e Lorenzo Di Rocco su un affascinante concetto appartenente al mondo delle particelle: l’entanglement, quel misterioso fenomeno della meccanica quantistica già definito da Einstein come “un’azione a distanza”, in cui due microparticelle, inizialmente fatte entrare nello stesso stato quantico, possono risultare connesse anche se poste successivamente a grande distanza una dall’altra. Dall’esplorazione di questo micro fenomeno scaturisce una riflessione sul rapporto tra atomo e uomo, intesi come uno la riproduzione in scala dell’altro e l’ipotesi che il fenomeno dell’entanglement possa verificarsi anche nella nostra realtà. (Nella foto sopra, di Valeria Tomasulo).

Infine la sera, nella piazza di fianco alla cattedrale, abbiamo visto uno strepitoso gruppo teatrale romano Eat the catfish con Tre liriche, spettacolo vincitore del festival Directionunder 30 (Gualtieri) del festival Intransito (Genova) e del festival Pillole (Roma). Con la regia e la drammaturgia di Jacopo Neri Tre liriche ci fa esplorare con grande efficacia   il nesso tra amore e paura: paura del coinvolgimento, durante le prime fasi della relazione, paura della perdita, mentre il rapporto si fa più stabile, paura dell’oblio della vita condivisa, quando la storia sta ormai volgendo al termine. Lungo il corso dello spettacolo, l’Io parlante tenterà in tutti i modi di controllare l’inevitabile volubilità dei legami umani, adottando i comportamenti più surreali dentro e fuori la vita di coppia, nell’utopica ricerca di una sicurezza totale.

I tre attori Dario Caccuri, Chiara Ferrara, Jacopo Neri incarnano perfettamente le diverse parti di una sola identità presa nei travagli dell’amore: la parte razionale, che vuole risolvere il turbamento con la logica, quella emotiva, che cerca costantemente di mediarlo, quella inconscia, infine, che lascia esplodere nel mondo tutto il carico dionisiaco del dolore.

Insomma questo prezioso Festival è stata una full immersion nella preziosa capacità del teatro contemporaneo di farci riflettere sul nostro tempo, sui nostri rapporti interpersonali. Coinvolgendo le persone che amano farsi contaminare da queste performance che sanno interagire anche con l’arte contemporanea avendo come palcoscenico anche la famosa Galleria Continua tra le più importanti gallerie al mondo che ha la sede principale proprio qui a San Giminiano e che ha piacevolmente interagito con questo Festival ospitando anche un’altra performance, concerto proprio dentro la Galleria assieme alle straordinarie opere di Ai Weiwei esposte in questo periodo. È andato infatti in scena A Man In A Room, Gambling di Gavin Bryars, protagonisti il Quartetto Nous (formato da Ekaterina Valiulina, Alberto Franchin, Sara Dambruoso, Riccardo Baldizzi), con la partecipazione di Giuseppe Ettorre al contrabbasso e Angelo Romagnoli, voce recitante. A Man In A Room, Gambling è una straordinaria scultura sonora, l’invenzione di uno spazio mentale che esiste esclusivamente nella mente dell’ascoltatore. Che ha affascinato tutti noi.

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