Una raccolta di saggi
Verga nostro contemporaneo
Iconico, sinergico, transculturale… Un focus di critica internazionale sull’autore dei “Malavoglia” secondo inedite e diverse chiavi di lettura. Che ci rivelano la modernità di un autore legato sì alle tradizioni della sua terra, ma capace di rileggerle con occhio sempre rivolto al nuovo
Uno studio pregevole, sotto ogni punto di vista. Ci riferiamo a Verga innovatore – L’opera caleidoscopica di Giovanni Verga in chiave iconica, sinergica e transculturale, a cura di Dagmar Reichardt e Lia Fava Guzzetti, Peter Lang Edition. Raramente, nel campo della critica letteraria, vengono alla luce, per mano di studiosi di rango, opere così complete ed esaustive, riguardanti un autore. È questo il grande merito di un volume che oltre a un’introduzione di Dagmar Reichardt, pubblica una serie di interventi da parte di una schiera di docenti internazionali che mettono a fuoco tutti gli aspetti dell’opera del grande scrittore siciliano, rivisitati e approfonditi in modo inedito. Le visioni di Giovanni Verga, il respiro europeo del suo pensiero, la sensibilità della sua denuncia sociale, le numerose sinergie estetiche, la potenza narrativa della sua scrittura verista lo rendono un autore antico e insieme moderno.
Verga ebbe una vita movimentata, sempre curioso, in ricerca dell’altro e incline al “nuovo” e alle innovazioni, trasformandosi in una sorta di migrante interno, dalla Sicilia alla Toscana, alla Lombardia, per tornare in Sicilia. E in questo fu un innovatore, sganciandosi da una certa storia siciliana, legata a valori profondamente tradizionali, e da una certa segregazione culturale per inserirsi in un mondo e in una realtà diversi, collegati a un sincretismo multietnico che faceva parte integrante dell’altra storia siciliana, quella transculturale. La Sicilia, in effetti, è stata una terra nella quale, nel corso di secoli, si sono integrate e respinte civiltà diverse, culture differenti, in una sorta di fantasmagorico caleidoscopio che ha visto linguaggi, miti, fedi religiose, usi, costumi, tradizioni rincorrersi, reinventarsi, combattersi, frantumarsi.
Perché sia Dagmar Reichardt che tutti gli autori degli interventi parlano di Verga come di un autore moderno, attuale? Puntando sulle innovazioni transculturali dello scrittore, tra cui l’uso dell’ironia, la coscienza postcoloniale, l’iconicità, la fermentazione teatrale, cinematografica e musicale, i contributi di questa antologia invitano non soltanto a rileggere, riscoprire e reinterpretare il vasto ventaglio della produzione letteraria verghiana, ma anche a riconsiderarne la visibilità nel contesto culturale occidentale. Per questo – rileva Dagmar Reichardt – l’opera di Giovanni Verga va sicuramente rivalutata nel quadro europeo, occidentale e transculturale, in una zona autonoma ma intersecata tra il Realismo e il Naturalismo, alla stessa stregua di autori emergenti dalle varie sottocorrenti eterogenee soprattutto nella letteratura inglese, russa, francese, tedesca, americana, ma anche portoghese, boema, latinoamericana. Sono venti gli autori, italiani e stranieri, che hanno arricchito questo volume con i loro contributi, tutti di elevato valore scientifico. Lia Fava Guzzetta, che ha curato insieme con Dagmar Reichardt il libro, si sofferma in particolare sulla inesauribile riflessione verghiana riguardo la necessità di innovare il linguaggio e proporre una nuova visione dell’opera letteraria, con una ricerca capillare dei mezzi adatti alla costruzione di un romanzo veramente moderno. E affronta anche uno dei temi più attuali dell’intera produzione verghiana, vale a dire l’occhio “nuovo” dello scrittore siciliano verso una scrittura filmica e multimediale.
Un discorso a parte, infine, per le illustrazioni che le autrici hanno scelto per la sezione iniziale e quella finale del volume. Ritraggono rispettivamente un’antica stampa fotocromatica di Catania intorno al 1895 e una veduta di Vizzini riprodotta attraverso l’ottica realistica di una fotografia moderna. Nella prima di copertina, invece, un’immagine di Giovanni Verga, dagli enormi baffi e dallo sguardo acuto, penetrante: autentico intellettuale siciliano.